Tomasi di Lampedusa

Giuseppe Tomasi di Lampedusa è l’autore de “Il Gattopardo”, il romanzo Italiano del ‘900 più letto e amato nel mondo. Lo straordinario successo di questo libro ha quasi del prodigioso se si pensa che il suo autore all’età di quasi sessant’anni era al suo esordio come scrittore e alla fine della sua vita.  Il Gattopardo è  quindi lo straordinario canto del cigno di un uomo – un gran signore di vasta e raffinata cultura storica e letteraria , ma vissuto appartato e sconosciuto al mondo delle lettere – che, giunto alla fine della sua vita, rompe il silenzio e dice la sua, racconta la sua verità sulla vita e sulla storia, e lo fa nella forma di una sublime arte letteraria..

Appartenente ad una famiglia dell’alta aristocrazia siciliana, Giuseppe Tomasi aveva vissuto l’infanzia e l’adolescenza negli ultimi bagliori della Belle Epoque ed aveva attraversato i decenni della catastrofe giungendo al secondo dopoguerra profondamente segnato dall’esperienza della perdita, esperienza che caratterizza la sua vita non solo per ragioni epocali, ma anche per ragioni intime e familiari, e che trova il suo suggello finale nella distruzione della sua amatissima casa nel corso del bombardamento del 1943.

Dopo la guerra, comunque la vita ricomincia. La nuova Italia repubblicana e democratica si avvia verso il futuro fiduciosa nelle sue sorti progressive e sente ormai vicina la possibilità di risolvere problemi atavici di povertà, ingiustizia e marginalizzazione.

Su questa Italia cade la doccia fredda del Gattopardo, quando ormai mancava solo qualche anno alla celebrazione del primo centenario dell’unità d’Italia e ci si disponeva ad un importante bilancio.

Con il Gattopardo, Giuseppe Tomasi torna al quel fatidico 1860 in cui tutto era cominciato, per seguire la genesi del nuovo stato e cogliere quel momento unico in cui dal vecchio si genera il nuovo. Un momento critico in cui storia e intimità si intersecano e quasi si fondono nell’animo e nella mente del Principe di Salina, ed è  proprio attraverso lo sguardo del Principe che Giuseppe Tomasi ci fa partecipi di quella svolta epocale per la Sicilia.

È un mutamento politico che si accompagna con, e accelera, un profondo mutamento sociale: il declino dell’aristocrazia feudale. Declino politico e economico questo, che si trasforma nel Gattopardo in un’esperienza intima, continuamente vissuta dal Principe, quasi un retrogusto  amaro e costante della sua vita.

Tre generazioni dopo, l’autore vivrà le estreme conseguenze di quel declino che si compie definitivamente, e in modo altamente simbolico, nella distruzione della sua casa sotto le bombe americane del 1943, ultimo doloroso anello di quella catena di perdite che era stata la sua vita.

Eppure qualcosa si salva da questa “fine di tutto” ed è  la memoria, che da momento individuale si fa, attraverso la letteratura, momento collettivo e acquista una forza nuova e creativa.

Così il mondo perduto viene ricreato letterariamente e, grazie allo straordinario successo del libro e anche del film, entra nell’immaginario di milioni di persone, producendo a sua volta effetti anche più concreti. La vita aristocratica, naturalmente aggiornata nello stile, è tornata ad animare i saloni del palazzo di via Butera, e soprattutto il palazzo di via Lampedusa, l’amatissima casa dello scrittore, è rinata dal quel “cumulo di ripugnanti rovine” per diventare, su iniziativa di un gruppo di cittadini e appassionati lettori del Gattopardo, ancora una casa, certo per “comuni mortali”, ma che rinnova nell’aspetto esterno e nelle parti condominiali interne l’effetto estetico descritto da Giuseppe Tomasi.

Il successo mondiale del Gattopardo dipende evidentemente dal suo valore universale. L’enigmatica frase di Tancredi esprime una fisiologia della storia, la cui verità  è  riconosciuta in tutto il mondo, ma per la Sicilia e per Palermo in particolare c’è qualcosa di più e di più profondo nel rapporto con il Gattopardo, c’è una sorta di intimità genetica.

E’ questo intimo, profondo legame che cerchiamo di esplorare con le proposte dedicate a questo tema. Innanzitutto con la passeggiata letteraria “Sulle tracce del Gattopardo : a Palermo tra le due case del Principe” e poi con l’escursione “Viaggio a Donnafugata” che esplora i tanti, diversi e profondi legami che Giuseppe Tomasi aveva stabilito con il mondo della Sicilia feudale rappresentato dai paesi di Palma di Montechiaro e Santa Margherita di Belìce.


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